Bari, la festa nazionale albanese: tra bandiere e "plis" un trionfo dell'integrazione
Letto: 11410 volte
giovedì 1 dicembre 2016
Letto: 11410 volte
di Claudio Laforgia
L'occasione per conoscerli meglio si è presentata lunedì scorso, quando un centinaio di loro si sono radunati in un locale di via Fanelli per celebrare la festa nazionale dell'Albania. Il piccolo Paese balcanico ottenne infatti l'indipendenza dall'Impero ottomano il 28 novembre 1912, dopo secoli di dominazione: il dominio turco era cominciato infatti nel 1478 piegando la resistenza del principe Giorgio Castriota, detto "Scanderbeg", indimenticata icona patriottica locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nell'ambiente designato per la ricorrenza e notiamo subito l'onnipresenza della bandiera nazionale, inconfondibile grazie all'aquila bicipite nera disegnata su uno sfondo rosso fuoco. Alcuni la appendono sui muri, altri la sventolano, altri ancora la usano a mo' di sciarpa. Ci sono persone di tutte le età: giovani, anziani e intere famiglie con bambini al seguito.
In parecchi indossano il "qeleshe" (conosciuto anche come "plis"), copricapo tradizionale in lana di colore bianco tipicamente maschile, diffusissimo sino a qualche decennio fa. (Vedi foto galleria)
Scambiamo quindi due chiacchiere con i presenti cogliendo la fierezza con cui difendono le loro origini. «Mi sono perfettamente integrata in Italia - spiega per esempio Migena Mecja, 22enne accorsa qui per l'occasione da Rutigliano - ma ogni anno ci tengo molto a partecipare a questa festa. È un modo per mantenere vive le nostre tradizioni e per sentirsi "a casa" almeno per una sera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Jemir Poda, 32 anni, vive invece ad Altamura. «Sono in Italia da 17 anni - racconta il giovane - e a volte avverto il peso di essere lontano dal mio luogo di provenienza. Essere qui è quindi una maniera per ricordare con orgoglio le mie radici». Gli fa eco il 43enne Falli Arton giunto da Oria: «È stupendo pensare che come noi tutte le rappresentanze albanesi sparse per il mondo siano in festa contemporaneamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le parole lasciano quindi spazio alla musica dei dj. Il ballo più atteso è sicuramente il "Vallja e pinguinit", cioè "Il ballo del pinguino", un motivetto dominato dal violino con il quale si avanza in trenino facendo ripetutamente prima un passo a destra, poi a sinistra, avanti, indietro e infine altri tre in avanti. Molto gettonato è anche il più semplice "Vallja", danza da fare in cerchio "imprigionando" ogni tanto al centro uno o più ballerini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si passa poi al "Napoloni", semplice ballo in voga nei matrimoni e alle canzoni "Tallava", un genere diffuso nei Balcani che mescola sonorità pop con gli strumenti tipici di ciascuna area dell'est europeo. Non può mancare infine il rap, il genere del momento, con alcuni ragazzi che sciorinano rime usando la lingua della madrepatria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Canti, passi di danza e costumi di un popolo che in Puglia ha trovato riscatto, spesso svolgendo lavori snobbati dagli italiani (come la costruzione dei muretti a secco). I tempi della fame e della Vlora sono ormai un ricordo lontano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Claudio Laforgia
Claudio Laforgia